Qualcuno mi porga, un libro.

Alla ricerca di un libro a lieto fine,
Di una nave con sicuro approdo,
Di un fanciullo fattosi uomo vero,
Come Diogene lungo la riva m’aggiro.

Lampada spenta, non v’è gente d’attorno,
Nessun garrulo singulto,
Nessun pie’ sospinto,
Nessuna vitalità.

Che mai vedrò al buio?
Qualcuno mi porga un libro a lieto fine.

Melagrana.

Chicchi di melagrana
Lucidi e rossi
Richiaman la vita
Col succo,
Vermiglio come sangue,
Profumato d’amore,
Nella prigione
Che un giorno di pioggia
Impone .
Oltre l’inclemenza
Di questo uggioso tempo,
Favorito dalla sorte
Io vivo.
E nel calice
La purpurea essenza
Del sorriso
Il rito celebra.


Ostilità.

Grava sul lago
Una coltre di nubi
E di Eolo l’alito maledetto
Sull’acqua soffia.
Nuovamente pioverà,
Mi pioverà sul petto,
E dal madido cuore
Un lamento da lacrime
Bagnato
Al cielo clemenza chiederà.
Ho voglia di sole,
Ho voglia d’amore,
Di una canzone
Che nell’aria rimbalzi
E con forza l’animo conforti.
Nelle brume invernali
Soltanto ostilità incontra
Questa mia stagione.

Al voyeur.

Spierà
Dentro
Dalle finestre
La libido
Governativa
A Natale.
Preparerò ’
Nude
Le terga
E potenza
Di tiro
In attesa
Del suo
Sguardo.
Avrà
Di che’
Per districare
I propri
Occhi,
Il voyeur.

Come vorrei…

Attraversa il finestrino
Il lago,
Confuso nella nebbia
Che le acque intorbidisce.

Nella mia bocca il sapore del sole
Che da lo tano mi giunge
Ed il cruccio di un calore
Che non c’è.

Dalle nude fronde
Un brivido di freddo
Che fremito d’amore
Non è.

Come vorrei sorprendermi al risveglio
Nell’ assolata baia che tanto mi preme…

Il mugugno.

Al risveglio il mio mugugno
Tutto l’umore dell’inverno che incalza
Mostra.
Se penso all’estate
Un lembo di sole mi rapisce
E tutta la nudità della spiaggia
Che al ritmo del lago pulsa
nell’onirico mi cala.
Ho un abisso di splendidi fulgori negl’occhi
Ma la bruma che mi cinge e m’imprigiona
Spazio non lascia a più amene aspirazioni.

Splendida menzogna.

Dietro una coltre di nubi
S’addorme la luna
Tra fiocchi di candida bambagia.
Ha fatto l’amore
La massaia rubiconda,
D’accanto alla stufa
Ancor sospira
Ed il suo uomo
A Selene abbaia
Dell’orgasmo la sua soddisfazione.
Ma l’astro non ascolta,
Non benedice:
Che splendida menzogna
E’ questo legale amore.

Del luogo, il segreto.

Non incontro gli amici
In questo luogo segreto,
Magari un amore,
O piccoli gesti
Che soddisfazione arrecano
Ad istintivi turbamenti
Da lussuriosi pensieri insorti.
Un morbido letto
Di foglie d’autunno,
Colorate ed odorose,
L’ansimar leggero
Dell’amante accoglie
All’auscultare attento
Dello spirito del lago.

E cala il tramonto
Sulla libertina alcova
Alle tenebre cedendo
Del lago il segreto.

Ma quale sacrilegio?

Cingimi l’anima
O tenera vestale
E del sacro fuoco
Portami all’altare.

Consumerò l’ardore
E la mia foga placherò
Dal favo suggendo l’amato miele
All’ombra del tuo petto.

Sacrilegio, sacrilegio.
Ma quale sacrilegio?

Contrappunto.

Anemico e sonnolento
Verso sera il sole s’avvia
E l’infreddolito sguardo
Di Novembre la bruma declina.
Dietro le gote
Il freddo la stanchezza riflette,
L’autunno è un’ossessione.
E al sibilo di vento
Che il mio disappunto eccita,
Un canto d’amore contrappongo,
Nel placido silenzio dove vivono i ricordi.