Pierrot.

Il seme
Tra le lenzuola
E’ un vecchio Pierrot
Gelato di pianto,
L’attimo si è trasformato
Nel tempo
E i leoni sono liberi,
Senza un perché.
Ascolta:
Siamo in un cerchio sottile
Che può gonfiarsi o cedere
in questa nostra stagione.

Momento a Salo’. 24.04.1981.

Il faro fasciò invadente e violento
Acute nudità d’estasi ancor pulsanti
E la luce la bellezza di due corpi fieri esaltò
Quando di due uomini in divisa l’assurdita’
Impallidì, arrossi’ e, forse, si vergogno’
d’aver sporcato un momento d’amore.

Anima mia.

Se i nostri due cuori non fanno che uno,
O se noi ci amiamo,
Tu ed io così ugualmente
Che ne’ l’uno né l’altro si affievolisce,
Ne’ l’uno né l’altro può morire.

Silenzio.

È la miglior colonna sonora del Natale
Il silenzio.
Pura, la melodia nel silenzio espande
Ed allo spirito parla,
Non v’è corruzione nel silenzio
Quando il cuore all’ascolto si apre.
Troppo rumore nel Natale contraffatto,
Senza rimpianti, staccherò gli interruttori.

Voglia di miele.

Voglia di miele,
Quel nettare
Che da cervelli puliti
Sgorga
Senza macchiate
La mensa apparecchiata.

Ho il sangue alla testa
Tra stupidi giocolieri
Che lascian frasette,
Stupide anch’esse,
Su stupidi cellulari.

Balsamo terapeutico
Quel miele,
Cuscino sarebbe
A parar sassate
Che il mio fianco
Infastidiscono.

Dissennate divagazioni.

Lasciato Bacco al suo arnese
Ho incontrato Dionisio
E con lui ridendo,
Come pubere virgulto
in impubere risveglio,
Mi son messo a giuocare.
Follia e disincanto
A capo letto
Ma di Dionisio la maschera
Non sarà per me
Soltanto un carnevale.
Da Orfeo,
In pace accoccolato,
Tornero’ a simposio.
Stanotte.

Mia dolce.

Mia dolce,
Il cuore con lo sguardo
Nelle tue mani s’adagia,
Estende un saluto.
Prima o poi passeranno le nuvole
E questo avverso tempo
Come palla di carta straccia
In un cestino andrà a morire.
Il sole tornerà,
Tornera’ l’amore.
E la notte che in un rosso si schiude
Sara’ ancor più bella.

Asettico biancore.

In asettico bianco
S’e’ spento
Di ieri il mio sorriso,
Una coltre umida
E odiosa
Li soffoca e l’imprigiona.

Ascolto nell’aria il tempo,
Lo annuso,
Ed un brivido mi coglie:
Nulla di buono ha da venire,
Nulla di buono
Per la mia liberta’.

E mentre lo spirito arranca
Nella tana l’ orso si confina.

Adesso.

Come da una lastra di vetro
Il sole dalla battigia riflette
Il raggio che di rossi tramonti
Il volto trafigge.

S’incendia lo sguardo,
L’animo rinasce
E la voglia d’amore
Ha il gusto dell’aspra melagrana
Che alla bocca mi porto.

Col sorriso del lago
Anche il mio
Ha fatto la sua comparsa.
Al tempo d’Avvento
Malato e stinto
Adesso.

Nella foto: scorcio del lago di Garda al tramonto.