Lascia
Un sottile
Languore
Quel moto
Dell’animo
Che soavemente
M’accarezza
Al calar del sole.
Non silenzi.
Non parole.
Soltanto
Infinita
Beatitudine
D’un momento
Di pace
Che la notte
Attende.
Ti racconterò, una storia.
Tra lucidità e follia
Un giorno
Ti racconterò una storia.
Ti parlerò di me,
Di desideri ed aspirazioni,
Di mete raggiunte
E fallimenti,
Dei miei amori
E dei miei dolori.
Sarò fanciullo sereno
E uomo,
Piagato ma non sconfitto
Dalla quotidiana guerra
Di una vita in prima linea.
Poi…
La scriverò,
La storia.
Nel cuore di una stella
O tra le rughe
Della corrugata fronte.
Come pagina di un libro.
Sillabe non più silenti
Avranno braccia
Ed ali per volare
In un concerto d’archi
Tra un quadro di Chagall
E di Chopin una sinfonia.
Carlo Finazzi.
Nella foto: me medesimo, 1985.
Leggerezza.
L’anagrafe e il cigno.
Ad un poeta, che conosco.
Senso di carne,
E di sangue.
Nero come fuliggine tu,
Bianco come il latte io,
Sempre con le dita
Nella piaga immerse,
Che di parole
E di note
Ribolle,
Pensieri di luce
Al tempo che corre
Lasciamo.
Che il pensier tuo
Sia come il mio
Questo non lo so,
Ma certo
Della stessa razza siamo.
Razza di poeti.
Carlo Finazzi, 07. Luglio, 2.020.
Nella foto:Yousson N’Dour.
Sarà un caffè.
Sarà un caffè
Il giusto riscatto
All’affronto d’un tempo ostile
Domattina.
Pioveranno sguardi
A cinger anime che si appartengono
Oltre il brunito calore,
Oltre la ruggine
Di una piccola folla
Molesta.
Poi,
Tutto tornerà normale.
Financo il tumulto dei sentimenti.
E che S. Valentino sia!
Nella foto: me medesimo, 1985.
Tu.
A te.
Canto.
Una canzone.
Sarà una canzone
A sciogliere le trecce
Di questo annodato tempo.
Note di pura armonia.
O gocce di pura follia.
Il vento le condurra’ alla porta
Quando
Lentamente
Il sole cadra’ dalla finestra
Ed agili dita
Poggeranno sulla bianca tastiera.
Nessuno ascoltera’,
Soltanto noi.
Gelosamente al riparo.
Come fragili cristalli
In un cofanetto riposti.