Come specchio
Il lago scintilla
Al sorgere del sole
E di Catullo il canto,
Che il Rapagnetta riflette,
Al piacere mi porta
Con sottil disinvoltura.
Di Lesbia il sentore,
D’ Eleonora la pulsione,
Di me, di Valerio e Gabriele
La stessa voglia
E lo struggimento
Che il cuor consuma.
Si mesce coi due
Il sangue mio,
La trinità m’incanta
Ed espode una stella,
Che nel fumo di sigaretta
Svapora la sua luce.
We are
Ho comprato bottigliette colorate
Ed in ogni negozio ove entravo cercando
Su ogni bancarella che visitavo tu non c’eri.
C’erano soltanto bottigliette colorate, vuote, bellissime, piene di malinconia
Ed ora son tutte lì
Sulla finestra di questa camera tanto odiosa e vuota.
Son le uniche cose che in questo momento collego a te
E più le guardo così sistemate
Più sono contento.
Bottigliette gialle
Giustapposte come fari.
La gente intorno balla
Nel vuoto del mio mondo.
Improvvisamente tu,
Improvvisamente tutto.
Bottigliette rosa
Lucenti come il primo sole.
Il freddo ci trova insieme,
Il silenzio del canale.
Amore tanto,
Amore tutto.
Bottigliette azzurre
Bagnate come gli occhi tuoi,
Vibratile riflesso d’acqua,
Spezzettata la tua immagine in me.
Poco tempo,
Poco tutto.
Bottigliette bianche,
Trasparenti come i sogni nostri,
Si dissolveranno nel nulla.
Troppo breve,
Troppo tutto.
We are.
Pupilla, nera come perla
Abbandonati i nostri corpi alla spiaggia,
La voce fluente dell’acqua,
Che dei salici la chioma deterge,
Degli amanti affabula la storia.
S’accendono i colori al tramonto,
L’onda e’ movimento,
La schiuma la sua sostanza,
I sorrisi di noi soddisfazione.
Di me che dal cuor ti urlo,
Seppur vicino, è il vento che ti parla,
Una leggera brezza
Che si spegne nella sera.
È rosso il tuo respiro,
Rosse le tue labbra,
Come rossa la mia rosa
Che in giardino cresce.
Uno sguardo di pupilla,
Nera, nera come perla
Che lucida l’amor riflette,
Nell’alito sottile mi risponde.
Il saluto
Non si vedon cavalli
Oggi
Sulla spiaggia
Ma l’afrore d’urina,
Che il sole al caldo frigge,
Dalla macchia espande
Ed arriva sino al mare.
Quant’e’ bello un cavallo
Che dal turbine di sabbia
Galoppando sale alla schiuma
Sulla riva…
Il mio spirito animale
La sua criniera,
Che il vento scuote a libertà.
Un nitrito mi saluta.
Peccato, questo mio ritardo.
In montagna
Smuore la tenebra all’alba.
Qualche rintocco, redivivo,
Dal campanile
Dell’alba l’insorgere rivela.
Non è di festa un giorno il lunedì,
Lacrime di cielo ne danno
sentimento
E mani, enormi, s’apprestano al lavoro,
Che gravido di stanchezza a sera giungerà.
La catena dei monti ci sorride
E degli alberi una sola voce al frusciar del vento.
Di noi… son l’ombre
A rimbalzar nel cielo come un sol uomo.
La rabbia
Non accetta d’essere descritta
La mia rabbia.
Fuori piove
E scroscia l’universo
La sua acqua sul mio fuoco.
Non ne parlerò
Ma ne morderò i fianchi
Affinché il campo lasci
Al ritorno del sole.
Giaccio qui
Sull’accogliente divano
Come nave all’ormeggio,
Al vestito pensando
Che domani indosserò.
Il garofano,
Che la scena osserva,
Della vergogna, o dell’amore
Ne ha il colore.
Nel dubbio
Vestirò la rabbia
E nero peccato
In piazza mi porterò.
La carne
Brucia la carne,
L’ombra non c’è
In questo deserto
Che l’anima riflette
Di un giorno migliore.
La parola riflette,
Il pensiero riflette,
Lo specchio non mente.
Così remota è la sua luce
Su di me…
Il deserto è una duna
E oltre il mare parla,
Di noi la storia canta
Ma la carne brucia,
In quest’angolo senza tempo.
Non è nero il mare a Varna
Non è nero il mare
A Varna,
Neppure di notte.
E tutt’uno coi lampioni
Gl’alberi son spogli.
Ah, l’innaturale copula
Che nei viali si consuma…
Ha freddo Varna
Nelle sere d’autunno,
Non ci si bagna nel mare.
Voce di Bulgaria
Dal rombo nel piatto mi sale,
Ne sento l’armonia,
Di peperone verde e patate
Condita.
Ed il raki’,
All’anice,
Che il cuore riscalda.
Non è nero il mare a Varna,
Neppure di notte.