Ferragosto

Trasuda il tramonto
Un giorno di sole
E la vita sorride
Sul tremolio del mare.

Ferragosto di miele,
Ferragosto di liquide amenità,
Di vermiglio sangue
Che sangue non è.

Nell’ ondivago specchio
Il divenire,
Penetrarlo e mutarlo
Sarà come nuotare.

Al lido di Savio

S’attorce il respiro del mare
In candidi flutti alla scogliera.
Il sole mi è turbante
Intorno al capo.
Affamato di parole
Al poeta
La spiaggia si confessa
Ed al solitario deambular
Sul bagnasciuga
L’increspato umore
Si distende,
Il religioso ascolto
Metabolismo di giovinezza.
Domani
L’artiglio del giorno
Sul mio viso
Una nuova ruga inciderà.

Vulcano

Compagno mi è il libro
Nei giorni che la pioggia
M’imprigiona,
Lui mi parla
E la musica l’accompagna.
Al vagolar delle sue parole
Sorge il mio canto
Ed incide il pentagramma.
Mentre fuori piove
Dentro un vulcano erutta.

A Sirmione

Cogliamo dall’acqua i vapori
Che del lago esalano i sospiri,
Ne serbiamo il sibilo
Dentro al cuore,
Sciaborda nelle vene.
E pulsa,
Pulsa,
Pulsa.
E’ tutt’oggi
Che sostiamo sulla riva,
Plachero’ la tua sete.
Ti porgerò
Sanguigni grani di melagrana,
In fila,
Allineati come in un rosario
Lungo un filo di seta
E saran per te una collana.
Profumata.
E dolce.
Asprigna come di settembre
Il mattino.

Alba del lago

Al profumo di lavanda
Il Benaco si desta,
Innocente come bimbo scalzo
Che gli occhi stropiccia
Cavalcioni sul letto al mattino.
Cangian presto
All’alba i colori,
I suoi occhi
Un abisso di rosei fulgori
Che vestono il lago
Ed un nuovo giorno accendono.
Anacoreta in preghiera
Nel chiarore m’ infilo
E pregno
D’antica e nuova sacralità
Sul mio cuore cala
Un sottile velo di malinconia.

Uggia

Posan le orme
I nudi piedi
Tra canne,
Erba ed acqua.
Il lago
I miei umori
Respira,
Ne assevero
La bellezza,
Il suo sacro ventre
Mi culla.
Qualche catulleo verso,
La mente fugge
E di Prometeo
I clamori invoco,
All’andar fugace
Di un uggioso giorno
Qualunque.

Bella di notte

In subbuglio sta il mio essere
Nell’afoso pomeriggio gardesano;
Una bella guerra,
Tenerlo tranquillo
In attesa della sera.

Un accenno di vestito,
Berretto di traverso,
Uscirò al tramontar del sole,
Quando al suo bacio tutto s’indora
E la gloria di Dio sul lago s’accende.

Presto la bella di notte
Schiuderà al suo chiarore
Di nuove emozioni
L’argenteo rosso pulsare
Ed il mio cuore di gioia esploderà.

La sera

Nel silenzio trasparente
Imbruna
Questo cielo e questo viso
Che la fronte corruga
Al volger della sera.
Il lago
È liquida malinconia.
Non v’è materia
Che nelle vene
Linfa vitale spinga
Ma il cocciuto pulsare
D’un acuto confine
Che desiderio e frustrazione
Nutre.

Evanescenza

Apro la porta
Al caldo evidente
Di una ritrovata estate.
Di cicale, infaticabili,
Un concerto;
Una lieve brezza
L’andante allegro
Di violini in sottofondo
Ed il cielo
Una dorata amenità.

Sbuffa il lago
Alla calura
Ma del gaio starnazzar,
Che dal canneto giunge,
Si commuove.
E mollemente abbandonato,
Lambito dal sole,
In cotanta scena
Il mio corpo
È nuda evanescenza.

Stato di grazia

L’esser nudo nella nuda acqua,
O su nuda spiaggia,
Tra ciottoli e verdi fronde,
Nude anch’esse,
Che alla luce rendono la vita
Nel perenne sorriso della natura,
È puro stato di grazia.

In questo francobollo
Di lago
Che il Benaco stigmatizza,
Ho perso la mia libertà,
Ma la mia forza
Con la meraviglia
È l’essere tutt’uno.