Prime nebbie

Le prime nebbie
Dalla boscaglia filtrano.
Un leggero fumo,
Che tra bruciati colori
E verde intenso
Si muove.
Un velo,
Non ancora una cortina.
Chissà come ciarlano
I funghi nel sottobosco
Da occhi indiscreti al riparo…
Un popolare canto
In testa mi frulla,
Che delle montagne
È un’elegia.
Raccolta la grevita’
Del mio corpo,
Con lo sguardo,
Lieve,
Alla magnificenza lo elevo.

Milos

È proprio nei miei sogni
Una sera color lilla,
Una di quelle sere
Dove la calura
Nella tenebra protende
Ed il bagno
È dolce carezza
Che il mare mi dona,
A mezzanotte.
A Milos sarà ancora bello,
E la sua discinta Venere
Sempre a benedire il mare
E lo spirito greco
Che dentro si agita.
Che ci faccio qui?

Nell’ora tarda

Nell’ora tarda
Anche le finestre s’assopiscono.
Di fronte, il fiume
Nella tenebra si perde
Ed un gatto con lui.
Solo io vigile,
Come sentinella
Al suo turno di guardia,
A vegliare i sogni
Che la notte dispiega;
Solo io
A penetrare la penombra
In ogni lume cogliendo
L’anima del mondo.
Al tempo d’una senilità
Ancor giovane,
Operosa e gentile,
Adesso.

Il poeta, la penna ed il foglio

Il foglio bianco
È vergine grembo
Che attende
D’esser fecondato,
La penna
L’ingravidante strumento
E l’inchiostro
Il seme
Che dalle lettere
Dell’alfabeto
Partorirà pensieri
Al germinar delle parole.
In fondo il poeta
È l’inconsapevole artefice
Dell’invereconda copula
Che tra un foglio
Ed una penna
Si consuma
Al dimenarsi eterno
Di una sinapsi.
E dall’orgasmo che ne viene
È la poesia che nasce.

Arcano

Nell’abisso infinito
Di contrapposti pensieri
Un sentore di lavanda
Mi rapisce
Ed un frammento mi svela
Dell’arcano gardesano
Che mai si mostra del tutto.
Ti parlo
E le mie parole asciugo
Sulle tue labbra.
Arcano pure tu
Che ogni volta di sé
Qualcosa mi svela
Nel tuo psichedelico
Apparire.

Fluttuare silenzioso

A mascelle serrate
La notte profonde
Il suo silenzio.
Tace l’asfalto,
Il mio passo tace
E la sinfonia s’eleva
Ad un quarto di luna
Che ascolta ma non parla.
Ho quasi freddo.
Nella testa
L’intima lotta dei miei umori,
Nelle tasche
Un groviglio di dita
A cercare compagnia
Che alle corde
Non possono trovare
E sulla strada
Una perfetta afonia
Riflette la sua noia.
Non ho sonno.
Partecipe di quest’ancestrale
Sospensione
Sino all’alba fluttuerò.
In assoluto silenzio.

Tra bozzolo e farfalla

Risplende al languore
Di rose fiorite
Verde
Il ridente giardino.
Ha toccato un perfetto picco
La mia età,
Con stupor di bimbo
Saltello attorno
All’aiuola matura,
Filastrocche intonando.
È un estrinseco arcano
Che l’anima mia riflette
E muove a parola,
Nei piccoli gesti
D’un infantile movimento.
Mentre il tempo corre
La mia vita non s’arrende,
Tra bozzolo e farfalla.

Con un soffio

Con un soffio
Effonderò me stesso
Nel tuo cuore.
Nella testa
Qualcosa già si muove,
Con un soffio.
E qualcosa dicon
Le tue labbra
Nella penombra.
Ti stringi a me
Quando la luna
Oltre le fronde
Cade
Ed ancor di più
Ti stringi
Al sorgere del sole.
Del giorno la luce
Ci allontana.
Sarà che lontano
Si separano i destini
Ma qui, adesso,
Risorge
La nostra luna.

Di me

Del tempo
Mi travolgono le tracce.
Fuso nelle scie
Che l’anima cingono,
Gioie e dolori
Son l’eco del mio vissuto.
Qualche rimpianto
Il petto stringe
Ma tutto è più dolce
Nel ricordo
Ed un’idea romantica
In luogo al dolore s’afferma.
Frullan nella testa
Del roseo futuro
I versi di Aragon.
Ho ancora molto da fare
A questo mondo,
Al futuro de “i giorni belli”
Io guardo, sorrido
E m’abbandono.