Rendez-vous.

Di una sigaretta il fumo
Nell’occhi è nebbia
Che il lago nasconde.
Un soffio di vento
Da un ramo di platano
Dondolando avanza,
Il fumo scostando
Come domestica tendina.

Parla il platano
Ed il Benaco risponde
la luna silente sorride.
E la sua voglia la carne grida
Di due mani a fior di pelle
In un languido rendez-vous
Che il ribollir di sentimenti
I sensi desta.

L’intesa.

In un francobollo di lago
L’animo si perde
E d’assoluta libertà m’ammanto.

Di baie e di porti
E canneti
I colori ho nell’occhi
E bianche piume
Mi sfiorano i capelli.

Uno spruzzo birichino
Del Benaco il saluto
Mi porge
E con un cenno del capo
L’intesa nel giorno si porta.

Tanto lontana è l’estate.

Dal cielo uno spicchio di luna
Il mio spirito pasce
Al fremito d’amore
Che nelle vene mi scorre.
Il brontolio della città
Alle spalle ho lasciato
Per un eremo d’acqua,
E di bosco,
Ancestrale placenta
Che Dio ha benedetto.
Una mano alla fronte passo
E da gravidi pensieri
Inghiottire mi lascio.
Vorrei essere nudo
In questa nitida notte,
Ma è tanto lontana
L’estate…

Lacrima d’amore.

Il freddo pungente
La mia pelle ferisce
Ma, dolci ed amate rive,
La mia devozione
Anche oggi vi porto.
Giannizzero solitario
Uno scoglio guarda il lago
Ed uno sguardo d’intesa
Sulla battigia rimbalza
Mentre dagl’occhi fluisce
Salino un umore,
Una lacrima d’amore.

Io e te. Dentro il silenzio.

L’aria è umida,
Vi cammino dentro,
E le nostre giacche
Al nostro silenzio
Non chiudono la bocca.

È padrone di noi
Questo silenzio,
Come vascello veleggia
Dalla penisola di Sirmione
Alle mani intrecciate.

Silenzio che corre,
Che tace il nostro tormento.

Estate di S. Martino.

Cavalca sulle ali dell’ autunno
L’ estate di S. Martino.
Ai rami
Del mantello la carezza,
Degli affanni
Una tenera compassione.
Passa sull’onda
Una Persefone piumata
E, come a primavera,
Quando al passaggio
Di fiori sorridono i prati,
Il Benaco si compiace.
Di calde piume come mantello
E e del tiepido sole la candida ilarità

Pulsione.

Vuota la spiaggia
La carne al lago chiama,
Al sensuale bagnasciuga
Che di schiuma ricopre.

E mentre il tempo dell’irrazionale
Lungo le ore si dipana
Di un soleggiato giorno,
D’amore una pulsione
Ai sensi preme.

Tramonto.

Potra’ il tramonto
Di un travagliato tempo
Lenir le piaghe.
E la notte…
La notte sarà tripudio
Di ritrovata umanità.
Il grembo del lago
Come madre la noia gestisce
Per partorir sorrisi
In ogni mio mattino
E come madre
A quel tramonto
M’accompagna.

Di me.

Nell’eterna evoluzione
Che la sostanza non cambia
Poco importa
Se un fiore nero
O una vermiglia rosa
Con una bianca giunchiglia
Si fondono,
L’abbraccio tra i colori
E le sfumature che ne seguono
Di me fanno cio’ che sono.

Sirmione.

L’ombra di Sirmione
Nello scarlatto tramonto
S’espande
E dolcemente nel lago affonda.
Mi passa sugl’occhi
D’un uccello l’ala di fiamma
Che nel cielo si perde
E una voglia d’amore
Preme all’animo l’urgenza.
Frustrata sullo scoglio s’infrange.
Sirmio, mia bella Sirmio,
Affondero’ con te stanotte
E l’unione…
Di certezze d’amore
L’essenza fonderà.