Quanto vorrei…

Dietro le spalle
Qualche pugno di cenere
Custodisce il mio passato.

Davanti
Qualche ombra
Che in una steppa desolata annaspa,
Si agita a mostrar la via
Che nell’invernale bruma si perde.

Ai lati
Lo sfregiato presente
L’anima nell’eco di antiche purezze cinge
Ove i fantasmi hanno vita
E camminano con me.

Un flauto
Il suo lamento da una taverna lancia
Ed io fuori al freddo,
Nella strada vuota di brina imbiancata,
Lungo i percorsi del mio adesso.

Quanto vorrei
Tornare sui miei passi…

Nel mio silenzio.

La freccia scoccata dal destino
Non trapassa la gola del mio silenzio.
La’ fuori, nel buio,
Il fragore di gente in festa
E fresca brezza del lago
A ricordar la vita.
Io dentro il silenzio,
Come bestia trafitta in una cella,
Affido il respiro al sangue che corre
Lungo i canali di una sigaretta.
E volute di fumo.
Piccole nuvole bianche
Di nulla.
O di tutto.
Qui dentro,
Nel mio silenzio.

A Sirmione.

La notte
Che travasa nella sera
E’ un alambicco
Di tenebra blu
Che spegne l’azzurro
Dove impera Sirmione.
S’accendono le fiaccole.
Tendo le braccia,
Le posso accarezzare.
Catullo mi attende
Per togliermi dall’oscurità
E brinderemo a Lesbia.
Stanotte.

Pierrot.

Il seme
Tra le lenzuola
E’ un vecchio Pierrot
Gelato di pianto,
L’attimo si è trasformato
Nel tempo
E i leoni sono liberi,
Senza un perché.
Ascolta:
Siamo in un cerchio sottile
Che può gonfiarsi o cedere
in questa nostra stagione.

Momento a Salo’. 24.04.1981.

Il faro fasciò invadente e violento
Acute nudità d’estasi ancor pulsanti
E la luce la bellezza di due corpi fieri esaltò
Quando di due uomini in divisa l’assurdita’
Impallidì, arrossi’ e, forse, si vergogno’
d’aver sporcato un momento d’amore.

Anima mia.

Se i nostri due cuori non fanno che uno,
O se noi ci amiamo,
Tu ed io così ugualmente
Che ne’ l’uno né l’altro si affievolisce,
Ne’ l’uno né l’altro può morire.

Silenzio.

È la miglior colonna sonora del Natale
Il silenzio.
Pura, la melodia nel silenzio espande
Ed allo spirito parla,
Non v’è corruzione nel silenzio
Quando il cuore all’ascolto si apre.
Troppo rumore nel Natale contraffatto,
Senza rimpianti, staccherò gli interruttori.

Voglia di miele.

Voglia di miele,
Quel nettare
Che da cervelli puliti
Sgorga
Senza macchiate
La mensa apparecchiata.

Ho il sangue alla testa
Tra stupidi giocolieri
Che lascian frasette,
Stupide anch’esse,
Su stupidi cellulari.

Balsamo terapeutico
Quel miele,
Cuscino sarebbe
A parar sassate
Che il mio fianco
Infastidiscono.

Dissennate divagazioni.

Lasciato Bacco al suo arnese
Ho incontrato Dionisio
E con lui ridendo,
Come pubere virgulto
in impubere risveglio,
Mi son messo a giuocare.
Follia e disincanto
A capo letto
Ma di Dionisio la maschera
Non sarà per me
Soltanto un carnevale.
Da Orfeo,
In pace accoccolato,
Tornero’ a simposio.
Stanotte.