Portami con te,
Non ti sarò di nocumento
Saprò tacere,
Raccontare
E pregare.
Financo amare.
Quando nella notte
La tenebra
Triste ti renderà ,
Sara’ un tenero abbraccio
A strapparti un sorriso.
Canto.
Una canzone.
Sarà una canzone
A sciogliere le trecce
Di questo annodato tempo.
Note di pura armonia.
O gocce di pura follia.
Il vento le condurra’ alla porta
Quando
Lentamente
Il sole cadra’ dalla finestra
Ed agili dita
Poggeranno sulla bianca tastiera.
Nessuno ascoltera’,
Soltanto noi.
Gelosamente al riparo.
Come fragili cristalli
In un cofanetto riposti.
La rocca.
Il quadro.
Cantano le stelle
Nelle notti senza luna
E la vita,
Come un ladro,
Nel buio s’agita
Sicura
E certa
Del proprio sentore.
Complici ignare
Vita e stelle
Compiono
Lo stesso cammino
Nel quadro gentile
Che il pennello
Racconta.
Lo sguardo non tralasci
Quel piccolo particolare,
Nel contrasto
Di luci ed ombre
Che i colori impastano.
Nella foto: notte stellata sul Rodano, Vincent Van Gogh.
Di me.
Attesa.
Alle soglie della notte
Arrancano gli ultimi bagliori
Dietro la montagna.
Tra lunghe ombre combattono
Una fiera,
Perdente,
Battaglia.
Vincitrice
La notte estenderà le tenebre
Ed il buio mistero
Oltre i confini del giorno stanco
Fin dove i sogni incontrano le stelle
E senza polvere s’accendono
D’eterna pulsione.
Resterò vigile ed attento,
Ancora una volta
Nel mio silente vegliare,
Faticoso,
Ansioso quasi,
Ma senza timore,
Ad attendere l’ignoto.
Miele.
Voglia di miele,
Tra arnie felici
Di api operose
Che vacue attitudini
All’ inutilità
Ignorano.
Ho voglia di miele,
Quel nettare
Che da cervelli puliti
Sgorga
Senza macchiare
La mensa apparecchiata.
Ho il sangue alla testa,
Tra stupidi giocolieri
Che lascian frasette,
Stupide anch’esse,
Su stupidi cellulari.
Balsamo terapeutico
Quel miele,
Sarebbe cuscino
A parar le orride sassate
Che forano il mio fianco.
Carlo Finazzi.
Dolce sera, mondo.