Non è nero il mare
A Varna,
Neppure di notte.
E tutt’uno coi lampioni
Gl’alberi son spogli.
Ah, l’innaturale copula
Che nei viali si consuma…
Ha freddo Varna
Nelle sere d’autunno,
Non ci si bagna nel mare.
Voce di Bulgaria
Dal rombo nel piatto mi sale,
Ne sento l’armonia,
Di peperone verde e patate
Condita.
Ed il raki’,
All’anice,
Che il cuore riscalda.
Non è nero il mare a Varna,
Neppure di notte.
Avremo, un giorno
Estate
Il Sasso
Da illo tempore
Sempre uguale,
Sempre libero
E naturista,
Di palafitticola
Memoria,
Di cui lo spirito
Ancor conserva,
Il parco attende
Ilsuo destino.
Quella spiaggia!
La bellezza
Non riduca
A pollaio
La menzogna,
O ad un vuoto
Esilio
Assurdamente
La consegni.
Dal sasso
Un rabbioso grido
Sorge:
Natura
E libertà
Non tollerano
Schiavitu’.
[Nella foto: il Sasso, dalla rocca di Manerba del Garda. Italy]
L’amore
È così… normale
È una mandria di cavalli
Quell’orda di schiuma
Che all’orizzonte espande.
Orizzonte viola,
Che dei tumulti del lago
Il vento parla.
Le onde son riccioli
Di fatati capelli,
Il vento li scuote,
Li posso accarezzare.
Sulla riva
Mi vedo specchiato,
La luna è con me,
Il Benaco ci parla
Ed alle caviglie s’avvinghia.
È così… normale,
Questo gravido pulsare.
Di me stesso
Domani
Lockdown
Ai domiciliari nella mia terra
Anch’io son prigioniero.
Dentro…
Scricchiolanti ossa conservo,
Lo sguardo sul giardino
Negl’occhi si fissa
E stancamente si consola.
È un deserto il mio tesoro
Che di stelle s’ammanta
Nelle notti a primavera,
È un deserto il mio giardino
E il mio passo,
Inadeguato e sterile,
Tra le dune mollemente s’aggira.
Ora quinta
È un rodeo
La notte
Che le ore
Come singulto
Cavalca
Tra gli spalti
Dell’arena
Ed il sonno
Al destino
M’abbandona.
Dal quadro
Un sorriso
Di donna
Lenisce
La mia pena,
La veglia
Lucida
E stanca
Si fa
Sottile.
Ma la pena
È cruda,
E viva,
Che questo
Scampolo
Di tenebra,
Acida
E perversa,
Inesorabile
Consuma.
[Nella foto: figura di donna di Francesco Mole’]