Sul filo dell’onda
L’acqua allappa la mia bocca.
È caldo.
Ma poi… non tanto caldo.
Mi asciugherò al sole,
Le gambe stiracchiando.
Qualche bianco riverbero
Da sotto gli occhiali
Lo sguardo ferisce.
Ho fame di te,
Della rosea carne
Tenera e nuda
Adagiata sulla spiaggia.
Sono davanti ad una statua
Che brilla,
Ai piedi di un sacro totem
Inchiodato.
E fremente di cocente desiderio,
Di tanta beltà
M’incanto.
La coperta
Di me
Ferragosto
Al lido di Savio
S’attorce il respiro del mare
In candidi flutti alla scogliera.
Il sole mi è turbante
Intorno al capo.
Affamato di parole
Al poeta
La spiaggia si confessa
Ed al solitario deambular
Sul bagnasciuga
L’increspato umore
Si distende,
Il religioso ascolto
Metabolismo di giovinezza.
Domani
L’artiglio del giorno
Sul mio viso
Una nuova ruga inciderà.
Vulcano
A Sirmione
Cogliamo dall’acqua i vapori
Che del lago esalano i sospiri,
Ne serbiamo il sibilo
Dentro al cuore,
Sciaborda nelle vene.
E pulsa,
Pulsa,
Pulsa.
E’ tutt’oggi
Che sostiamo sulla riva,
Plachero’ la tua sete.
Ti porgerò
Sanguigni grani di melagrana,
In fila,
Allineati come in un rosario
Lungo un filo di seta
E saran per te una collana.
Profumata.
E dolce.
Asprigna come di settembre
Il mattino.
Alba del lago
Al profumo di lavanda
Il Benaco si desta,
Innocente come bimbo scalzo
Che gli occhi stropiccia
Cavalcioni sul letto al mattino.
Cangian presto
All’alba i colori,
I suoi occhi
Un abisso di rosei fulgori
Che vestono il lago
Ed un nuovo giorno accendono.
Anacoreta in preghiera
Nel chiarore m’ infilo
E pregno
D’antica e nuova sacralità
Sul mio cuore cala
Un sottile velo di malinconia.
Uggia
Bella di notte
In subbuglio sta il mio essere
Nell’afoso pomeriggio gardesano;
Una bella guerra,
Tenerlo tranquillo
In attesa della sera.
Un accenno di vestito,
Berretto di traverso,
Uscirò al tramontar del sole,
Quando al suo bacio tutto s’indora
E la gloria di Dio sul lago s’accende.
Presto la bella di notte
Schiuderà al suo chiarore
Di nuove emozioni
L’argenteo rosso pulsare
Ed il mio cuore di gioia esploderà.