Apro la porta
Al caldo evidente
Di una ritrovata estate.
Di cicale, infaticabili,
Un concerto;
Una lieve brezza
L’andante allegro
Di violini in sottofondo
Ed il cielo
Una dorata amenità.
Sbuffa il lago
Alla calura
Ma del gaio starnazzar,
Che dal canneto giunge,
Si commuove.
E mollemente abbandonato,
Lambito dal sole,
In cotanta scena
Il mio corpo
È nuda evanescenza.