Stride il silenzio
Che impera la’ fuori.
Il violino mi guarda,
Lezioso sorride.
E di compassione gentile
Un moto,
Poggiandosi alle dita,
Da solo intona
Di una notte l’inno
Alla beltà.
Nuda.
La notte.
Sogni.
Sorretta è la luna
Da un pilastro di nubi.
Il lago gorgoglia,
Il mio cuore tace
Ed un sussurro
Nell’aria muove la sua canzone.
È il respiro del vento,
Pungente, odora di neve,
Che sul mio viso
Il suo alito appoggia
In questa mia notturna solitudo
Dove voglia d’estate
Ed amene risonanze
Restan sogni
In una fredda primavera.
Nella foto: me medesimo a bordo lago, una notte di luna.
A mia madre.
Violero’ i silenzi
Nelle notti di cristallo a venire.
Portato dal lieve soffio del vento
Sarà il mio respiro
A cantarti la vita,
A portarti i colori del giardino,
A parlarti del mio amore.
Basteranno piccole gocce salate
Dal mare della melanconia
A rinnovar ricordi
E carezze d’infinita tenerezza
A riempire il mio calice.
Per una volta
Non mi sentirò più solo.
Nella foto: mia madre a Forlimpopoli.